“Lee si era limitato a essere solo una boriosa tempesta tropicale. Un bizzoso bastardo, incline alla sfuriata, ma non realmente violento.
Non come Katrina.
Quello: era stato un demonio.
Un frammento di apocalisse che aveva segnato New Orleans nel suo corpo. E nelle sue anime.”
La pioggia ricorda di Caterina Franciosi è una storia lieve e gradevole che si legge in poco tempo. È una storia breve ma intensa che afferra il lettore e lo avvolge, e nel contempo lo travolge come un uragano. È una storia che induce la mente a viaggiare, ad attraversare l’oceano, prima di farla planare su Portland e infine farla atterrare a New Orleans, la città in cui è ambientata. L’autrice, col suo linguaggio pulito e fluido, dà indicazioni precise al lettore, dettagli geografici che rendono queste città sconosciute angoli di mondo noti e familiari.
Siamo nel 2011, la giovane Melanie cerca di superare faticosamente il trauma della perdita dei suoi genitori dopo la devastazione di Katrina. È una giovane indecisa e confusa perché l’accaduto ha scosso la giovanile spensieratezza. Vive con la nonna Eveline, che l’accudisce amorevolmente e vive in attesa che la nipote individui la strada da intraprendere.
Il romanzo alterna schegge di vita e ricordi. Dalla Portland del 1962 si passa alla New Orleans del 2011, dove un’anziana Eveline vive la sua vita con Melanie e ogni tanto si lascia travolgere dal suo passato, che ha lasciato segni profondi e indimenticabili. L’autrice interrompe la narrazione per accompagnare con lievità il lettore attraverso il tempo e lo spazio, lo porta nel Maine e ripercorre con lui le vicende legate alla giovane Eveline, afflitta da un matrimonio che sembrava perfetto, ma che col tempo ha iniziato a deteriorarsi, come lo spirito di quel romantico marito mutato in mostro dall’alcol.
Eveline è un personaggio forte e nel contempo tenero. Non condivide con sua nipote i suoi trascorsi dolorosi, non trasmette il timore inconscio che il passato torni, si ripeta, con altre fattezze, con altri occhi o altri capelli, ma torni e si insinui nella vita di Melanie. Eveline ha qualche spina nel cuore, ma le trattiene dentro di sé, mentre cerca sollievo nella speranza di poter assistere al decollo di sua nipote.
Intanto la giovane vive un amore tenero, quasi adolescenziale, che su di lei ha un effetto depurante e allevia lo strascico di quel dolore dovuto alla perdita dei suoi cari. La giovane sembra rinnovata nello spirito e decide di rendere partecipe la nonna della sua gioia, ma Eveline vacilla davanti al ragazzo accanto a sua nipote e rivive una scena ancora impressa nella sua memoria.
Eveline è scaraventata ancora indietro nel tempo e teme che il passato sia tornato, come uno spettro vendicativo che vuole la sua rivalsa.
“Soltanto la pioggia, che l’aveva accompagnata tutta la vita, avrebbe serbato il ricordo di tutto ciò che era stato.”
Chi è Caterina Franciosi
Caterina Franciosi è nata nel 1990 in una piccola cittadina della riviera romagnola al confine con le Marche. Ha frequentato il Liceo Classico e, successivamente, la facoltà di Lingue e Culture Straniere all’Università di Urbino. Nel 2018 apre il blog “Il Salotto Letterario” che si occupa di interviste e recensioni. Collabora con diverse case editrici, siti web, gruppi Facebook e riviste, tra cui l’associazione culturale Italian Sword&Sorcery nella sezione racconti e il magazine Life Factory Magazine nella sezione recensioni. Ha pubblicato racconti in varie antologie AAVV, tra cui “Eau de Vampire”, “Il Marinaio e la Sirena” e “Vento del Nord” (in “Dreamscapes – I Racconti Perduti”, editrice GDS), “Dietro il muro” (in “Ali Spezzate”, PAV Edizioni, contro la violenza sulle donne), “Corvi di Guerra” (in “Guerriere”, antologia fantasy al femminile edita da Le Mezzelane) e “La carità di murt” (in “Halloween all’italiana”, dal contest del portale LetteraturaHorror.it).
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