LIBRI&
GINSENG

A mezzogiorno era tutta cenere. L'altr'anno c'era ancora il segno, come il letto di un falò.

Il palazzo dei re sfolgorò come una donna che si prepara a morire e indossa i più preziosi gioielli.

Attesero con lei l’alba sulla città che sbadigliava come una donna oziosa in riva al mare.

Io ero diventata come la mia casa, tenacemente radicata al suolo.

Donatella Di Pietrantonio vive a Penne, in Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico. Ha esordito con il romanzo Mia...

“Soltanto la pioggia, che l’aveva accompagnata tutta la vita, avrebbe serbato il ricordo di tutto ciò che era stato.”

Le sue orecchie erano piene di sussurri e note simili a quelle di un organo infausto.

Giocare di ruolo è come scrivere un romanzo a quattro mani, e anche più.

Chi sa, dice. Chi non sa, dice lo stesso. Io non so, scrivo!

Breve storia triste: lui era un bravo scrittore, ma era povero di mezzi.

Ormai il grigiore era la sua seconda pelle, una corazza metallica che impediva alla luce di entrargli dentro.

Gennaio stava per lavare via qualche grammo di malessere. Il 1906 stava arrivando e portava con sé un freddo che scorticava l’epidermide.