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Immagine del redattoreElisabetta Scaramelli

GIOCHI DI RUOLO: PALESTRA IN CUI ALLENARE LA SCRITTURA

Aggiornamento: 27 mag 2020

Ho sempre avuto la passione per la scrittura, ma la vera spinta che mi ha dato il coraggio di pubblicare è stata la partecipazione ai giochi di ruolo, attraverso i quali ho imparato a scrivere meglio, a creare dialoghi diretti e soprattutto a descrivere le emozioni e il contesto minuziosamente.


COS'È UN GIOCO DI RUOLO FONDATO SULLA SCRITTURA


Giocare di ruolo è come creare una sceneggiatura. 

Si parte da una trama di base dalla quale scaturiscono tantissime altre trame, che consentono ai vari personaggi di incontrarsi, incrociarsi e magari, con l'approvazione del master, legarsi sentimentalmente. La storia si sviluppa seguendo delle direttive, ma ricordate sempre che un passo falso la metterebbe a repentaglio. Per questo ci sono le linee guida da seguire e un regolamento da rispettare, come nella società.

Innanzi tutto si parte da un fandom.

Esistono centinaia di giochi ispirati a romanzi, serie televisive - ma anche inventati di sana pianta -, che nascono con l'intenzione di attenersi strettamente alla trama o deviarne il corso. In quest'ultimo caso si parla di What if, ossia giochi in cui la trama devia da quella originale e narra le vicende generate da una diversa ramificazione di quelle originali. Un esempio: Aragorn (Il Signore degli Anelli del venerabile Maestro Tolkien) decide di assecondare i sentimenti di Eowyn anzichè sposare Arwen. Questa scelta determina una deviazione sostanziale della storia originale. Immaginate le conseguenze: Arwen raggiunge i Porti Grigi affranta, Eldarion non nascerà, Faramir sarà il principe solitario dell'Ithilien ed Eowyn... Beh, Eowyn realizzerebbe il suo grande sogno: diventare regina. Il mio What if preferito (se parliamo di gdr a tema tolkieniano), però, vede Boromir salvo. Aragorn, Gimli e Legolas arrivano in tempo, giusto in tempo di salvare il Capitano.

Detto questo, c'è da differenziare la tipologia: fantasy o real life.

I giochi di ruolo fantasy hanno trame che non hanno nulla a che fare con la realtà. Si basano su eventi e personaggi con le caratteristiche tipiche del mondo della fantasia in senso molto ampio, indipendentemente dall'epoca e dall'ambientazione. Nei giochi di ruolo real life, invece, non esiste la magia, né i super poteri, i draghi e gli stregoni. Ne ho conosciuti diversi, soprattutto a tema College o ispirati a qualche serie (Sex and the City et similia). Variano in base al periodo storico, ma i più diffusi sono sicuramente d'ambientazione moderna (XXI secolo), perché - si sa - quanto ci si avventura in una storia ambientata in altri tempi, sia che si tratti di giochi di ruolo sia che si tratti di romanzi, si deve studiare il periodo, si deve lavorare per rimanere aderenti al periodo. Se ruoli in Downton Abbey non puoi tirar fuori dalla borsetta uno smartphone!

I miei preferiti, in ogni modo, erano quelli ambientati nel medioevo, esattamente nel XIV secolo, e in epoca vittoriana. Non ho mai avuto il piacere di trovare qualcosa di ben costruito, che non fosse solo la sciocca scusa per pavoneggiarsi in un bel corsetto e accalappiare l'Armitage di turno. Difatti alla fine li ho creati io, ed è stata un'esperienza bellissima! Ho lavorato tantissimo con i miei collaboratori, per essere aderente al periodo storico trattato e non scrivere sciocchezze.

Qualcuno mi ha anche infilato in testa la malsana idea di farne un romanzo... Chissà!


LA MIA ESPERIENZA DA ROLE PLAYER E DA MASTER


Ho giocato di ruolo per molti anni e ho interpretato diversi ruoli interessanti. 

Il mio contesto preferito era quello tolkieniano, che mi ha dato modo di esprimere tutta la passione per la Terra di Mezzo e di interpretare personaggi inventati (ma coerenti con la trama originale) o tratti dai romanzi di Tolkien.

Il primo gdr in cui ho allenato le manine era del fandom tolkieniano, ma non c'era coerenza, non si rispettavano i tempi e alla fine ho assistito anche al matrimonio tra Eowyn di Rohan e lo stregone di Angmar, cosa alquanto vomitevole per un'appassionata de Il Signore degli Anelli. Ne sono uscita sopraffatta, ma dopo aver riso a crepapelle per le sfuriate di Denethor e le bricconate con Faramir.

Successivamente sono entrata in un altro gioco di ruolo tolkieniano, sempre molto libero, senza costrizioni, senza un numero massimo di personaggi da interpretare. Devo dire che l'esperienza è stata fantastica. Era divertente, così divertente che alla fine ho creato tre personaggi: una raminga, un guerriero solitario e un cavaliere azzurro di Dol Amroth (chi conosce Tolkien sa di cosa parlo).

Dopo diversi anni a ruolare in gdr gestiti da altri amministratori, stanca di quel libertinaggio che sforava gli scritti di Tolkien e, in un certo senso, li imbastardiva, ho creato il mio e l'ho gestito con passione per cinque anni... Ed è stato attraverso il Where once was light now darkness fall che ho compreso l'importanza di una trama ben strutturata, delle biografie dei personaggi ben costruite e di quell'organizzazione che distingue un gioco di ruolo molliccio e campato in aria da uno ben impostato e costruito con l'aiuto di role players esperti - più esperti di me -, che hanno lasciato un'impronta decisa nel gioco e nel mio cuore. Sigh!

GIOCO DI RUOLO E ROMANZO: DIFFERENZE E SIMILITUDINI


Gettare le basi per la trama di un romanzo non è dissimile dal farlo per un gioco di ruolo.

Si parte da un'idea di base, si definisce il periodo, la/le location, i personaggi e poi inizia l'intreccio di vicende che porterà i vari personaggi a incontrarsi. Ma nel gioco di ruolo non esiste il protagonista "indiscusso", tutti sono protagonisti della propria piccola storia che accresce quella basilare, la trama. A parte quei giochi di ruolo in cui la scena è dominata da megalomani ed egocentrici, solitamente ogni personaggio ha la sua importanza. Lo stesso vale per i romanzi, ma qui abbiamo (solitamente) un "attore" dominante intorno al quale vortica la storia. Questa è la prima differenza, ma non possiamo negare le eccezioni in entrambi i casi.

Un master può decidere se concedere il massimo della libertà ai suoi "attori" o mettere dei paletti così da non uscire fuori dalla trama. Io mi sono incuneata sempre tra entrambe le cose: ho dato una moderata libertà ai miei players, a patto che rimanessero ancorati alla trama e non imbastardissero i romanzi del Maestro. 

In ogni modo, i players, con la guida di un master, che dà loro una visione generica e ampia del campo d'azione, iniziano a dar vita a dialoghi col partner di role, come un romanzo a più mani. E questa è l'altra, ovvia, differenza. Non c'è uno scrittore che dà vita ai suoi "figli", ma ci sono una molteplicità di "figli" che arricchiscono da sé la trama generale.


Un buon gioco di ruolo, come un buon romanzo, si fonda sull'equilibrio e sullo studio della storia. Ogni elemento destabilizzante "sporca" il racconto.

La ricerca ha la sua importanza, e senza una buona base da cui partire tutto appare traballante e senza senso. Un gioco di ruolo medievale o vittoriano (real life) è più complicato da progettare, rispetto a un gioco di ruolo fantasy inventato o tratto da uno originale, proprio perché bisogna avere basi storiche da cui partire. Lo stesso vale, ovviamente, per il romanzo. Per scrivere una buona trama bisogna studiare minuziosamente il periodo in cui si vuole ambientare il romanzo e a volte il periodo che anticipa la stesura è notevolmente più lungo del seguente. Senza nulla togliere ai capolavori del fantasy, un romanzo storico richiede un'elaborazione molto lunga dei dati. Io ho compiuto un lavoraccio prima di scrivere la parola fine sull'ultima pagina dei miei romanzi, proprio perché cosciente che in un romanzo storico non è concesso lo scivolone sul bagnato. Ovviamente, non essendo vissuta nel 1905, è facile inciampare in un errore perdonabile. L'importante è avere la modestia di ammetterlo davanti ai propri lettori.


Concludo. La maggior parte degli emergenti che ho conosciuto in questi anni è attratta dal mondo fantasy, così come i lettori in senso ampio. Sono certa che in mezzo a tanti libri ci sono romanzi notevoli, ma resta il fatto che io sostengo la fatica del ricercatore e sono solidale con coloro che intraprendono un cammino tortuoso come il mio. La sfida è creare qualcosa di diverso, qualcosa che non si conosce, ma che possiamo capire attraverso libri di storia.  E a me piacciono le sfide, e anche i libri di storia! Se vi è piaciuto il post, fatemelo sapere. Se avete qualcosa da aggiungere sulle vostre esperienze da rolers o scrittori, scrivete pure. STAY TUNED 💕

Immagine di Daniel Friesenecker da Pixabay

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