"Piangeva su quella carta ingiallita e sporca d'inchiostro, scritta con le lacrime e il sangue di una donna che non era mai riuscita a mostrare la sua anima."
Il figlio dentro è il secondo capitolo della mia trilogia Tragodìa.
Il romanzo si sviluppa con più dolcezza rispetto al primo, Il gelo nel cuore, sicuramente più impetuoso. I periodi diventano più soffici e lunghi, rispetto alla brevità di quelli del primo capitolo - adatti all'irruenza di molti brani -, ma non mancano i colpi di scena.
Questo capitolo non è a tutti gli effetti un sequel; in un primo momento è una storia parallela a quella raccontata ne Il gelo nel cuore, ma poi si distacca e scorre, anticipando ciò che ho riservato ai lettori nel capitolo terzo, quello finale.
"Nella trasparenza della finestra riuscì a scorgere un volto mai dimenticato, che subito fu soppiantato dal suo, cereo e appassito come una una rosa su un tumulo abbandonato dal suo stesso spirito."
Eleonora, personaggio appena sfiorato nel primo volume, diventa uno dei protagonisti del secondo. Eleonora non ha dimenticato i suoi sentimenti da qualche parte, non ha reso il suo carattere più spigoloso per dimenticare gli affronti. Eleonora è una creatura dolce e sensibile, che continua a sperare, a lottare, per dimostrare al mondo intero quanto le sue percezioni - tanto disdegnate dai suoi familiari - siano in realtà molto più concrete di ciò che sembrano.
Siamo a Torino, in una città che si sta preparando al Natale, inconsapevole di ciò che il nuovo anno sta per portare, illusa; il 1906 è alle porte e tutti nutrono l'illusione che possa cancellare rancori, sofferenze, noia. Ma il 1906 sta per portare delle nuove sconvolgenti, che coglieranno tutti di sorpresa e annichiliranno le menti dapprima sveglie. Tuttavia questo torpore non durerà molto perché anche febbraio ha in serbo delle sorprese, e saranno proprio queste a trasformare il dolore in rassegnazione.
La Torino sofisticata e monumentale si alterna a una Puglia verdeggiante e rurale.
Un altro personaggio del primo capitolo torna, insieme al suo grande dolore, forse il più devastante, per rifugiarsi nella casupola di San Vito dei Normanni, dov'è nato e cresciuto prima di prendere il treno per la grigia Novara. Marcello è un girovago, non ha radici, pertanto non rimane a lungo nel suo paese natale. Andrà a Torino, poi a Novara, per compiere una missione, l'ultima prima di morire.
Malgrado soffra di una malattia che lo sta consumando, Marcello compie tutti i passi senza arrendersi mai, senza scivolare nella pigrizia, senza soccombere alla sua salute debole. Sarà proprio lui il protagonista di quel febbraio foriero di speranza che diffonderà la pace tra i cuori inquieti
Grazie a Marcello scopriamo quanto sia lenitivo l'ottimismo accompagnato da una grande fede. Marcello si libera di parte del suo dolore aiutando gli altri a superare il proprio, ma l'aggravarsi della malattia lo rende improvvisamente aspro e meno libero di muoversi autonomamente, pertanto, durante questa pausa, in cui un masochismo improvviso lo costringe a farsi del male, si rende conto che la sua fede non è più stabile e che i suoi sacrifici compiuti in passato non sono valsi a nulla.
Si sente vuoto, ma il desiderio di morire sull'isola amata da suo figlio gli darà il coraggio di compiere l'ultimo viaggio della sua vita. IL FIGLIO DENTRO (cartaceo) è in vendita sugli store online. L'ebook solo su Amazon. Se volete, potete seguirmi sulla pagina Facebook TRAGODIA. Se leggete i miei libri e gradite, lasciate una recensione positiva su Amazon o sullo store in cui lo avete acquistato.
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