La sua esistenza era come una lunga retta che non poteva essere intersecata, con un punto d'origine e una fine che lo attendeva a braccia aperte. Non aveva paura, non volgeva lo sguardo indietro per contare i passi compiuti, non pianificava, non deviava. I suoi occhi erano sempre fissi sul punto di non ritorno.
Il gelo nel cuore è il mio primo volume della trilogia Tragodìa.
L'ambientazione è la bigia Torino di inizio novecento, ma successivamente mi sono spostata in Grecia, nella ventosa isola di Tino.
E' un romanzo psicologico fondato sull'evoluzione interiore del protagonista e riflette alcune mie grandi passioni, come la pittura, la mitologia, la storia e soprattutto la psicologia. Al fine di conoscere meglio alcuni personaggi, ho inserito dei flashback nei quali si scoprono le vicende che hanno determinato le scelte di personaggi non protagonisti, che, però, hanno tracciato il destino di tutti gli altri.
Tragodìa in greco vuol dire tragedia, ed è così che Ludovico vede la vita. Un'opera teatrale con i suoi lati comici e grotteschi, dove elementi farseschi si alternano a quelli drammatici, dove ogni personaggio è come una marionetta mossa da un burattinaio.
GLI INGREDIENTI DI TRAGODIA
Ho sempre amato la psicologia e quel periodo affascinante tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento. Dovevo unire necessariamente queste mie passioni e creare una base croccante e succosa per il mio romanzo (no, non è un blog di ricette).
Tutto ha avuto inizio con l'idea di questo personaggio misantropo e ateo, incapace di esprimere i propri pensieri a voce, che usa un diario per confessare le sue frustrazioni, il suo odio, ma anche i buoni sentimenti, così da lasciare una traccia di sé, di quell'uomo che nessuno (secondo lui) era riuscito a comprendere davvero.
Dopo aver dato un volto al mio Ludovico, ho iniziato a costruire la sua casa, il suo ufficio, gli odori, il rumore delle carrozze, il gorgogliare dell'acqua. Sono stata molto minuziosa, lo ammetto, ma nove lettori su dieci pensano che questi dettagli siano il punto di forza di Tragodìa.
L'inizio del romanzo è ambientato in una città maestosa e grigia che rievoca la Londra vittoriana, dove il suicidio di una giovane donna dà il via all'indagine del nostro vice commissario, che richiama, o almeno volevo che richiamasse, il classico investigatore che si muove tra la nebbia di una città che cela segreti dietro le luci soffuse dei lampioni.
LA TRAMA
Tragodìa parla di un amore caparbio e determinato, della forza di togliersi la maschera e sgretolare la corazza, per poter vivere la vita con naturalezza, a costo di soffrire. In Tragodìa ci sono martiri e carnefici, un frate e una veggente; sacro e profano si mescolano, ma alla base c'è la voglia di cambiare e di vivere col cuore in pace.
Ludovico, infatti, inizia a cambiare solo quando si rivede riflesso negli altri, quando i suoi difetti non gli sono più graditi e inizia a smussarli. Scopre quanto siano belli il confronto, l'amorevolezza, la fiducia, e col cuore sgombro dai sensi di colpa per aver lasciato morire sua madre senza una parola decide di essere un uomo diverso.
Ludovico Visconti è un uomo dalla parvenza ruvida, ateo e misantropo, che si trova ad affrontare i suoi fantasmi. Dopo la morte della madre, con la quale ha sempre avuto un rapporto costituito da silenzi e disinteresse, riceve un'eredità di segreti che lo destabilizzano, ma nel contempo infierisce su di lui anche il ritrovamento del corpo di una giovane annegata che gli entrerà nell'anima, lo farà dubitare di se stesso, della sua sanità mentale, e sgretolerà quella maschera dietro la quale si è barricato per anni al solo scopo di essere invulnerabile.
Venendo a contatto con l'ingiustizia e la negligenza di chi dovrebbe, invece, difendere i diritti dei miserabili, inizia a maturare un'insofferenza che lo porterà ad accettare la proposta del suo superiore: diventare commissario del distretto di Polizia. Ludovico desidera sedersi sulla sedia del suo superiore al solo scopo di imporre la sua tirannia. Vuole riaprire vecchi casi e far sì che la giustizia segua il suo corso, senza che i politicanti e altri subdoli personaggi mettano bocca negli affari della Polizia. Intanto, incapace di esprimere i suoi sentimenti a voce, inizia a scrivere su un diario, dove rigurgiterà i suoi pensieri, anche quelli più crudeli, con l'intenzione di lasciare ai posteri una testimonianza di quello che era e che è diventato, in seguito a un'evoluzione lunga e dolorosa.
Mentre la sua dimora si anima di una presenza percettibile solo dal suo animo, decide di affrontare uno stancante viaggio in Grecia, e a Tino troverà quei tasselli che lo aiuteranno a costruire il suo passato e quello dell'annegata. Quell'eredità di segreti che lo aveva destabilizzato non è più un caso archiviato e irrisolto, ma una storia che si concretizza grazie all'incontro con qualcuno che riempirà i vuoti e farà chiarezza sul suo passato, su quello dei suoi familiari e di Athina, l'annegata.
In Grecia, Ludovico non solo viene a contatto con una realtà meno razionale di quella che si era imposto di vivere, scopre anche la fede e comprende che l'anima sopravvive alla morte. Ma, mentre gode di quella spensieratezza, in lui inizia a maturare il timore di morire e di non aver abbastanza tempo per chiedere umilmente perdono a chi ritiene di aver ferito e rivolgere le attenzioni a Eleonora, l'unica donna che ha continuato ad amarlo, malgrado il suo disinteresse.
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